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Letteratura

Recensione Regina Rossa #4 Tempesta di Guerra

By Selene_0309Posted on 15 Dicembre 202018 Dicembre 20200 Comments9min read
Recensione Regina Rossa #4 Tempesta di Guerra

Buonasera carissimi lettori,
con questa recensione di Tempesta di Guerra concludiamo i quattro romanzi principali dell’amata saga “Regina Rossa”. Più in là vorrei portarvi anche la recensione dei due piccoli racconti “Cruel Crown” e “Broken Throne“, in modo da offrirvi una visione a 360 gradi di questo fantasy distopico che ho veramente amato.
Buona lettura!

Se “Regina Rossa” mi aveva conquistata per l’ambientazione e la trama e “Gabbia del re” per il pathos di cui sono carichi i personaggi, “Tempesta di Guerra” l’ha fatto in virtù dell’azione più pura, che si scatena tutta in quest’ultimo volume, proprio come una tempesta.
Il finale mi ha sorpresa per certi versi e un pò meno per altri e finalmente ho potuto gustare elementi come l’approfondimento, ora fatto al cento per cento, del personaggio di Evangeline, il punto di vista di un altro personaggio femminile utile alla trama e la brutta fine di coloro che se la sono meritata…

“Ogni vittoria ha un suo prezzo.”

-Titolo: “Tempesta di Guerra”
-Autore: Victoria Aveyard
-Casa editrice: Mondadori
-Numero di pagine: 585
-Prezzo in euro: 14,00
-Anno di pubblicazione: 2018
-Reperibilità: alta, sia online che in libreria

CHE AFFRONTINO IL DILUVIO

Ebbene si, “Tempesta di guerra” è arricchito dal punto di vista di Iris, la principessa delle Terre dei Laghi, figlia di Orrec e Cenra Cygnet, che nel terzo libro ha sposato Maven, divenendo a tutti gli effetti la regina di Norda.
Anche Iris, come molti dei personaggi di questa saga ha la sua bella maschera sempre indosso.
Abbiamo un assaggio di questo personaggio nel terzo libro, quando si ritrova a scambiare quattro chiacchiere con Mare e ci da tutta l’impressione di una ragazza calma e trasparente come l’elemento che manipola, che segue devotamente il volere del padre. Iris Cygnet è la classica principessa cresciuta con i valori tradizionali argentei di nobiltà, forza e rispetto per l’ordine delle cose, secondo cui i rossi valgono di gran lunga meno e perciò sono all’ultimo gradino della scala sociale.

Personalmente nutre un grande affetto verso la sua famiglia ed è l’unico personaggio che presenta un’autentica fede religiosa, di cui finora l’autrice non ci aveva fatto neanche un cenno.

Aprendo una piccola parentesi su questo argomento posso dirvi che attraverso Iris sappiamo che gli argentei, almeno i lacustri, hanno un credo politeista e un’aldilà basato sul contrappasso in stile dantesco. Ad esempio, se un acquatico subisce la dannazione eterna da parte degli dei soffrirà in eterno tra le fiamme, mentre un forgiafiamma sarà “eternamente affogato” e così via, a seconda del proprio potere. Inizialmente ho provato quasi compassione per questa ragazza che di punto in bianco si ritrova immischiata nella situazione ingarbugliata in cui versa il regno di Norda, ma poi ho visto Iris tirare fuori gli artigli nel momento in cui succede un fatto: il lord del casato Iral, per conto del padre di Evangeline che ormai è divenuto re degli Squarci, uccide a tradimento Orrec Cygnet, gettando il regno delle Terre dei laghi nello scompiglio.

Da quel momento Iris non starà al fianco di Maven per volontà paterna, ma per dare luogo alla sua vendetta personale e per realizzare quello che è il vero piano ordito dalla madre Cenra: tradire Maven al momento giusto per rovesciare il suo regno e pensare ad una possibile espansione delle terre sotto il dominio del casato Cygnet. Questo vi basti a sapere che è vero quando dicono che le donne ne sanno una più del diavolo. Il momento della morte del re lacustre ci rivela quella che è la vera personalità di Iris, una ragazza scaltra che si comporta esattamente come l’acqua che scorre placida sotto una roccia ma che la lentamente la consuma fino a trasformarla in sabbiolina, con pazienza e costanza. Animata dall’odio feroce che lei e la sua famiglia nutrono nei confronti di Volo Samos, Iris agirà nel corso della trama senza guardare in faccia a nessuno, nemmeno quando le vittime possono essere degli esseri totalmente indifesi e questo dettaglio fa si che io la ponga nella lista nera, tanto che in una scena del romanzo mi è sembrata crudele tanto quanto potrebbero esserlo Elara o Maven. Ricordate sempre: “l’acqua quieta rovina i ponti“

LA RIVALSA DI EVANGELINE 2

Ora che sappiamo che Mare e i suoi dovranno affrontare prima o poi la furia delle regine acquatiche, torniamo a focalizzarci ancora su Evangeline, ormai tornata alla situazione di partenza. Accettando di essere incoronato re, Cal ha anche accettato la clausola imposta da sua nonna, ovvero sposare Evangeline e consolidare così l’alleanza con Volo Samos, indispensabile per fare fronte comune e detronizzare Maven. Nel quarto libro la principessa Samos è più inviperita che mai, sopratutto nei confronti di Anabel Lerolan. A causa della sua idea, la ragazza si è vista sgretolare tra le mani la possibilità di vivere tranquillamente la sua relazione con Elane, portaombra del casato Haven, di cui scopriamo che è innamorata e felicemente ricambiata da sempre.

A nulla sono valsi i piccoli intrighi combinati insieme al fratello Ptolemus, che ha precedentemente sposato Elane affinché Evangeline potesse viverci insieme in un modo o nell’altro, il destino della magnetron sembra essere segnato. Da una parte lei lo aveva sempre saputo. Per gli argentei le relazioni sentimentali sono un passatempo, una cosa che li distoglie dagli obiettivi pratici della vita e il matrimonio ha la sola funzione di assicurare al proprio casato eredi forti e alleanze sicure. Tuttavia, nella libera Repubblica di Monforte, Evangeline entra in contatto per la prima volta con una realtà diversa da quella che ha sempre conosciuto, dove argentei e rossi vivono insieme con pari diritti e sopratutto ci si sposa per amore e con chiunque si voglia.

Evangeline resta turbata e sorpresa dall’incontro con il presidente Davidson, che vive una situazione analoga alla sua, con la differenza che lui può vivere la propria relazione con l’amato alla luce del giorno.In quest’ultimo libro la nostra cara magnetron dovrà fare una scelta cruciale per la propria vita, che vede da un lato il destino dell’intero casato Samos, dall’altro il suo amore per la bella Elane.A questo punto la mia empatia verso questo personaggio è schizzata alle stelle e il mio giudizio sul personaggio di Evangeline Samos si è fatto cristallino come un cielo privo di nuvole, davvero sorprendente. Ho apprezzato particolarmente il fatto che finalmente si buttano giù certi tabù e che qualcuno abbia trovato il “coraggio” di mettere tranquillamente delle coppie LGBT in un romanzo, senza cadere nello stereotipo e senza staccarsi dal filone principale della trama, dando allo stesso tempo un meraviglioso messaggio e per questo dico: Grazie Victoria!

“Quando avevo tredici anni ho fatto a pezzi Elane durante un allenamento. L’ho fatto per mio padre, per avere almeno una possibilità di guadagnarmi la sua approvazione. Ho pianto per settimane…Lei ha capito naturalmente. Sappiamo entrambe che cosa sono le nostre famiglie…Ma io non lo farei più ora. Non le farei del male per niente al mondo…nemmeno per mio padre, nemmeno per la mia corona.”

IL TRIO DELLE MADRI SPIETATE

Ora vorrei fare un piccolo appunto che esce un pochino fuori dai punti focali della trama, più precisamente un parallelo che ho trovato tra Elara Merandus, Larentia Viper e Cenra Cygnet. Ringrazio il cielo che queste tre non abbiano fatto comunella, perché altrimenti sarebbero stati tutti spacciati. Di Elara Merandus ho già parlato nella recensione del primo libro e ne parlerò ancora quando recensirò “Cruel Crown”, mentre ancora devo spendere due parole per Larentia Viper, altro personaggio della lista nera che mi è piaciuto molto, anche se non abbiamo nessun capitolo narrato dal suo punto di vista in quanto è un personaggio secondario.

Larentia è la moglie di Volo Samos e il suo casato ha il potere di piegare la volontà degli animali per servirsene in vari modi: come spie, come armi o come puri “oggetti” di arredamento o da usare sul vestiario. La parola giusta per descrivere questo personaggio è “viscida”, sia nel comportamento che nei modi, in particolare verso i suoi figli. Con Evangeline e Ptolemus esercita il pugno di ferro proprio come il marito, ma in un modo più subdolo. E’ consapevole dei sentimenti della figlia e per questo cerca di tenerla ancorata al casato Samos con ogni mezzo possibile.

Per quanto riguarda Cenra Cygnet, essa è di gran lunga più dolce (per quanto possa esserlo un argenteo) e autenticamente materna verso le sue figlie, Tiora ed Iris, per le quali si preoccupa e le sostiene fermamente. Ma sotto questa coltre di carezze si nasconde una donna risoluta, che non accetta di essere contradetta neanche dai membri della sua famiglia e guai a farle un torto di qualsiasi genere…Tutte e tre le regine hanno in comune un’ambizione senza limiti, tutte e tre non si tirano indietro nemmeno quando c’è in gioco la vita dei loro stessi figli e tutte e tre si mostrano spesso ben più dure dei loro mariti, pur avendo rispetto ad essi un ruolo in apparenza più marginale.

LO SCONTRO FINALE in TEMPESTA DI GUERRA

Vorrei concludere la recensione parlando brevemente dello scontro finale tra questi due personaggi, tra l’eroe e l’antagonista. Inizialmente mi aspettavo che fosse Cal a doversi battere contro il fratello, dato che c’era un trono in gioco, un trono che sarebbe stato preso soltanto da uno dei due alla fine della battaglia. Tuttavia nel momento della resa dei conti Cal ha già fatto la sua scelta: ha scelto di battersi non per il proprio dominio su Norda, ma per puro desiderio di porre fine al regno di follia di Maven e ripristinare la pace tra rossi e argentei. Scegliendo questa strada, Cal sceglie conseguentemente di non uccidere il suo stesso fratello, per il quale prova ancora un affetto sincero nonostante sia tristemente consapevole che, oramai, Maven Calore è irrecuperabile.

Come dissi anche nella recensione del terzo libro, non tutti possono essere salvati.Ciò fa si che debba essere Mare la persona con cui Maven dovrà scontrarsi, la persona per la quale prova ancora la sua passione malsana, la persona che ha distrutto, così come ha distrutto la propria famiglia e la propria esistenza.Negli ultimi capitoli narrati dal punto di vista di Maven abbiamo la certezza che Elara non se ne sia mai andata del tutto. La sua influenza sul figlio è stata talmente radicata nel profondo della sua mente che persino nell’istante in cui Maven si rende conto che ormai tutto è perduto, i sussurri della madre fanno ancora capolino nella sua testa, per dirgli di non arrendersi e continuare la sua disperata lotta.

E’ una cosa che sappiamo già dal libro precedente, ma solo alla fine ci rendiamo conto di quanto Elara fosse un personaggio quasi invincibile.Mare, dal canto suo, non vive questo scontro come “il buono che vince sul cattivo”, non gongola soddisfatta davanti all’avversario sconfitto, così come non riusciamo a gongolare noi lettori alla fine di questa battaglia. Mare, ormai trasformatasi da ragazzina sfrontata ed impulsiva a persona consapevole e più riflessiva è colma di amarezza e rimpianto e il breve dialogo che hanno prima di gettarsi l’uno contro l’altra ne è la prova.Ve ne lascio qui un pezzetto.

“…-Possiamo ancora scappare.- la sua voce si fa più profonda e l’offerta aleggia nell’aria. -Insieme.- Dovrei ridergli in faccia. Prendergli il coltello. Farlo soffrire il più possibile nei suoi ultimi istanti. Invece sento una parte del mio cuore spezzato per qualcuno così irrimediabilmente perso. E sento il dolore per l’altro fratello che lotta in mezzo a tutto questo, che ci ha provato e ha fallito…
-Maven- sospiro, scuotendo la testa di fronte alla sua cecità -L’ultima persona che ancora ti vuole bene non è in questa stanza. E’ là fuori. E tu hai ridotto quel legame in cenere…”

Finale triste per tempesta di guerra, ma ahimè necessario.

Bene, miei cari lettori, la mia recensione di “Tempesta di Guerra” termina qui. Se dovessi sommare brevemente il mio giudizio su questi libri direi che all’apparenza sembra una saga leggera e un pò superficiale, ma man mano che si va avanti con la trama gli eventi si fanno più fitti e i personaggi più profondi, rendendola avvincente e carica di bei messaggi su cui farci una riflessione, per niente scontata e dal finale che ti lascia un barlume di speranza per gli eroi che sopravvivono. Spero che vi sia piaciuto analizzare questi quattro libri insieme a me e spero che verrete di nuovo a trovarmi qui, nel mio giardino virtuale, per altre storie. Vi invito a lasciarmi un like o un commento per avere un vostro possibile feedback.
Vi mando un grosso bacio e…alla prossima!

Ti lascio i link di tutte le Recensioni che ho scritto sulla Saga Regina Rossa oltre a Tempesta di Guerra

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Selene_0309
Salve a tutti! Mi chiamo Aurora, sono una studentessa universitaria di lingue, culture, letterature e traduzione, con una grande passione per la lettura di romanzi classici e fantasy, graphic novels e tutti i libri di narrativa che suscitano il mio interesse. Ho creato questo blog per condividere con il mondo del web le mie impressioni, le mie opinioni e le mie sensazioni sui romanzi che leggo, con la speranza di dar vita ad un interessante scambio di idee e pensieri tra me e chi vorrà leggere i miei post. Ho scelto di chiamare questa pagina "Il giardino di Selene" perché Selene è sempre stato il mio nickname virtuale e perché, proprio come quando siamo in un giardino e osserviamo i fiori che lo popolano, così io osservo ogni storia che cattura la mia attenzione, cercando di coglierne quante più sfumature possibili. Per chi fosse interessato mi trovate anche su Goodreads, con il nome Selene_0309. BENVENUTI NEL MIO GIARDINO DI STORIE DA RECENSIRE.
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