Salve lettori carissimi,
bentornati su Magazy e Buon 2021 (anche se oramai è passato un pò di tempo dalla notte di Capodanno).
Dopo essermi presa alcuni giorni liberi per poter studiare in vista della sessione invernale, voglio iniziare la nuova stagione di recensioni qui con una trilogia di genere fantasy che ha fatto molto parlare di sé.
Si tratta di “Nevernight” di Jay Kristoff, una trilogia che ammetto di aver iniziato a leggere sopratutto per via della sua popolarità, ma che al momento giusto ha saputo davvero sorprendermi…
Buona lettura!
Titolo: Nevernight, mai dimenticare
Autore: Jay Kristoff
Casa editrice: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2019
Numero pagine: 463
Prezzo in euro: 20,00
Reperibilità: alta, sia online che nelle librerie

UN WORLDBUILDING SERIO
Non penso di esagerare quando dico che questa saga ha un’ambientazione scritta e strutturata con tutti i sacri crismi. Lo so, lo so, siamo solo al primo libro, ma quello della struttura del mondo creato dall’autore è qualcosa che non ignoro mai e che anzi, si trova ai primi posti della scaletta che utilizzo per la mia personale valutazione.
Purtroppo non è da dare per scontato che un romanzo fantasy abbia un mondo con una struttura solida e ben fatta .
Ne parlano molti blog e libri incentrati sulla scrittura creativa, ne parlano molti esperti del campo: una storia che non poggia su elementi solidi come la caratterizzazione dei personaggi e il worldbuilding è una storia che difficilmente riuscirà a spiccare il volo nel corso della trama.
Di Nevernight ho particolarmente apprezzato la cura messa dallo scrittore sia a livello descrittivo, che tecnico.
Mi spiego meglio: Itreya è una terra baciata non da un unico sole ma ben tre, uno più splendente e aggressivo dell’altro. Ho già letto un altro romanzo in passato all’interno del quale vi erano due soli, tuttavia la persona che l’ha scritto si è completamente dimenticata del fatto che un mondo che ha nel suo sistema più di un sole non può in alcun modo essere del tutto uguale al nostro. Immaginate per un momento come sarebbe se sulla Terra ad un certo punto si accendesse un secondo sole. Il ciclo delle stagioni, la vegetazione, l’alternanza fra ore di buio e ore di luce, tutto sarebbe diverso da come lo conosciamo.
Per fortuna il nostro Jay Kristoff ha tenuto conto di tutto questo e infatti le ore di luce su Itreya sono di gran lunga maggiori rispetto a quelle di buio, con tutti i problemi o i lati positivi che derivano da una situazione del genere.
Mi è piaciuto molto anche il richiamo palese ad alcuni elementi tipici della cultura romana antica, nonché ad alcuni dettagli propri della città di Venezia, ai quali innegabilmente l’autore si è ispirato, riadattandoli e dando ad essi un gusto del tutto nuovo, che ben si sposa con l’ambientazione fantasy del romanzo.
Bel lavoro Jay!
UNA NON-EROINA
E passiamo ad un altro punto forte di questa saga, ovvero la protagonista. Mia Corvere ha solo dieci anni quando ha a che fare per la prima volta con la morte. Dopo che suo padre viene giustiziato per tradimento dal console della Repubblica di Itreya e tutta la sua famiglia viene imprigionata, Mia scoprirà quanto il mondo in cui vive sia crudele e spietato e quanto gli uomini siano disposti a tutto pur di ottenere il potere.
I suoi sogni di bambina e la sua infanzia tranquilla le vengono strappati di colpo, lasciandole nel cuore solo una gran sete di vendetta, una sete che spingerà Mia a fare di tutto pur di placarla.
Il console Scaeva, il cardinale Duomo, il tribuno Remus, tutti loro, responsabili della morte di suo padre e della distruzione della sua famiglia, devono morire e la Chiesa Rossa, dove vengono addestrati i migliori assassini di Itreya, sembra l’unico luogo in grado di aiutarla ad ottenere la sua vendetta.
Mi piace definire Mia come una non-eroina, proprio in virtù della sua storia e del suo modo di agire. E’ la protagonista indiscussa della saga, è vero, ma il suo personaggio si trova completamente al di fuori del canone in cui di solito la maggior parte degli eroi si rispecchiano. Il suo personaggio è costruito attorno ad una tematica molto ricorrente nella letteratura, non solo fantasy, ovvero la vendetta. Essendo un’assassina ed essendo motivata dal desiderio di vendetta, Mia agisce unicamente per raggiungere il suo obiettivo, combattendo unicamente per sé stessa.
Una tipa tosta, certamente (e non lo dico con ironia, lo è per davvero, al contrario di tutta quella scia di protagoniste che vogliono essere delle bad girls portatrici di messaggi femministi, ma che alla lunga hanno sempre bisogno di quella mano in più per rialzarsi dopo una caduta) ma con una marcia in più. Di fatto, Mia non è un’umana qualunque, ma una tenebris, una persona in grado di manipolare le ombre e sfruttarle.
E prima che ve lo chiediate no, credo proprio che questa storia sarà lungi dall’avere scene rose e fiori ed intensi amori tormentati…
L’ultima cosa che sarai mai, ragazza, è l’eroe di qualcuno…ma sarai una ragazza che gli eroi impareranno a temere.
UNO STILE INVIDIABILE
Da aspirante scrittrice posso dire questo: lo stile di scrittura di Jay Kristoff è incredibile. Uno stile che definisco assolutamente unico e particolare, forse perché non ne ho mai incontrati di simili o forse perché l’autore ha semplicemente tanto talento e tanta bravura.
Oltre ai numerosi dettagli che ci fornisce nelle sue descrizioni, rendendo al lettore un quadro chiarissimo sia dei personaggi, che del divenire della trama, ho molto apprezzato le note che spesso si trovano a fine pagina, momenti in cui l’autore si stacca dal filone narrativo principale per fornirci nozioni di storia, cultura e religione del suo mondo, dandoci spesso dei suoi pareri personali, con un tono esplicito, diretto e non esente da quel pizzico d’ironia che serve a rendere il tutto ancora più piacevole.
Mi è rimasto particolarmente impresso l’inizio del romanzo, un vero inizio a bomba, in cui la dicotomia eros-thanatos mi ha fatto venire i brividi.
Un dettaglio che non vedevo più in una storia da molto tempo…
…il desiderio era insopportabile e la premeva tutta mentre con mani tremanti esplorava quei pettorali lisci come cera…sfiorò quel calore pulsante, pesante come il ferro…
-Fottimi…-sospirò
Nello stesso capitolo a pagina successiva…
La pausa era insopportabile e lei era madida di sudore mentre l’oscurità intorno a lei rabbrividiva. Ricordò chi era e cosa le aveva portato via quest’uomo…facendosi coraggio gettò via il manto d’ombra e gli andò incontro…
-Sono fottuto…- sospirò lui
E qui non ho altro da aggiungere.
Bene, lettori, la recensione di questo primo volume termina qui. Non dimenticate di seguirmi sul mio profilo Instagram @ilgiardinodiselene_blog e quello del blog @magazy.it per rimanere sempre aggiornati sulle mie letture e sugli articoli dei miei colleghi!
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Alla prossima recensione!
Selene.

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