La crisi economica indotta dalla pandemia ha duramente impattato sul nostro Paese. Le continue chiusure e riaperture, causate dal covid-19, hanno generato un calo del fatturato in molti settori economici.
Vediamo allora insieme quali sono i piu colpiti.
Bar e ristoranti vittime della Pandemia
In testa alla classifica delle attività con il più forte rischio di non rialzare la saracinesca non potevano mancare bar e ristoranti. A colpirli sono state soprattutto le limitazioni orarie dettate per la salute dei cittadini, con il famoso “coprifuoco” alle ore 22. Ormai prorogato da diversi Dpcm, ha di fatto impedito l’attività di ristorazione serale.
A soffrire sono stati soprattutto coloro che svolgevano la propria attività nelle città con maggiore affluenza turistica come Roma, Milano, Firenze e Venezia. In pochi mesi hanno visto andare in fumo i sacrifici di una vita.
I ritardi e l’insufficienza dei ristori previsti per il settore hanno impedito, infatti, in molti casi la gestione delle ordinarie spese di mantenimento di queste attività. I ristoranti sono stati alleviati soltanto dalle, seppur ridotte, attività di consegna a domicilio ed asporto. Rimaste, invece, consentite ma che rischiano di finire tra le prossime restrizioni del Governo.
Per questo, molti ristoratori hanno a malincuore deciso di mettere in vendita i loro locali, spesso ad acquirenti stranieri.
Turismo
Di pari passo con la crisi delle attività di ristorazione c’è il crollo del settore turistico.
Questa enorme discesa del flusso di visitatori nel nostro Paese, infatti, ha causato un irreversibile calo del fatturato da parte degli operatori del settore, tra cui hotel ed agenzie di viaggi.
Per di più, le recenti limitazioni alla circolazione tra le regioni hanno contribuito ad acuire tale fenomeno, impedendo una difficile compensazione del mancato introito portato dal turismo straniero con quello interno.
A fare le spese di questo quadro negativo sono stati anche e soprattutto i lavoratori stagionali. Già assunti come precari o a chiamata, hanno visto trascorrere la stagione estiva e quella successiva invernale ancora in corso senza poter sperare in una collocazione stabile e duratura.
Cinema e teatri
Infine, tra i settori più penalizzati ci sono i cinema ed i teatri. Queste strutture non hanno potuto organizzare più nulla a partire da marzo del 2020, quando sono state imposte le prime misure restrittive.
Decisiva nella proroga della chiusura, oltre alla necessità di evitare assembramenti di persone in luoghi chiusi, è stata la loro caratteristica di attività non essenziali. Questo, tuttavia, non deve far dimenticare che questa significativa industria nazionale dà lavoro a milioni di persone, che difficilmente saranno pronte a ripartire se in tempi brevi non arriveranno decisi interventi di sostegno.
Il nuovo dpcm per affrontare la terza ondata della pandemia
A breve si attende, dunque, un nuovo Dpcm del Governo sulle misure che entreranno in vigore dal 15 gennaio in poi, anche se è probabile che vi saranno nuove restrizioni dovute alla troppo lenta discesa della curva epidemica.

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