Salve a tutti, carissimi lettori e bentornati su Magazy.it con una nuova recensione di Misery, questa volta dedicata ad un genere che solitamente non tratto, ovvero il genere thriller.
Sono venuta a conoscenza di “Misery” grazie al film del 1990, grazie al quale questo bellissimo romanzo di Stephen King divenne un vero e proprio cult nella storia del cinema.
Se le scene di violenza e gli psicopatici non vi impressionano eccessivamente allora, fidatevi, non vi pentirete di averlo messo nella vostra libreria.
Buona lettura!
Il Libro
-Autore: Stephen King
-Titolo: Misery
-Casa editrice: Pickwick
-Data di ristampa: 2020
-Numero pagine: 384
-Prezzo in euro: 10,90
-Reperibilità: altissima, sopratutto in libreria dove attualmente i più grandi romanzi di King sono in vendita al modico prezzo di 10 euro (ne vale davvero la pena).
LA TRAMA
Paul Sheldon è uno scrittore che gode di un’ottima fama e un successo invidiabile.
Un giorno, terminata la stesura del suo nuovo romanzo, Paul lascia la baita dove ha alloggiato per alcuni giorni in un piccolo paese montano e durante il tragitto d’andata la sua auto sbanda e finisce fuori strada.
Nonostante le ferite, Paul viene salvato da Annie Wilkes, un’ex infermiera e grande ammiratrice dello scrittore, che lo porta in casa sua e gli presta cure mediche. Ma è chiaro fin da subito che Annie ha una mente instabile e del tutto fuori controllo e ben presto Paul si trova costretto da lei a scrivere “Il ritorno di Misery”, ultimo romanzo che tratta delle peripezie di Misery Chastain, l’eroina che gli ha fruttato tutto il suo successo di scrittore.
Da questo momento, Paul Sheldon si ritrova a vivere un vero e proprio incubo, in cui la sua sopravvivenza alle torture fisiche e psichiche di Annie dipende tutta unicamente dalla sua fervida immaginazione.
Perchè gli scrittori ricordano tutto. Specialmente quello che fa male. Denuda uno scrittore, indicagli tutte le sue cicatrici e saprà raccontarti la storia di ciascuna di essere, anche della più piccola. E dalle più grandi avrai romanzi, non amnesie. Un briciolo di talento è un buon sostegno, se si vuol diventare scrittori, ma l’unico autentico requisito è la capacità di ricordare la storia di ciascuna cicatrice.
L’arte consiste nella perseveranza del ricordo.
L’AMMIRATRICE NUMERO UNO
Senza ombra di dubbio il personaggio di Annie Wilkes è l’incubo di ogni scrittore e ogni persona famosa in generale.
Nonostante sia un personaggio fortunatamente fittizio di King, la sua struttura psicologica potrebbe realmente servire da campione di studi a uno psichiatra.
Analizziamola meglio: Annie soffre senza alcun dubbio di un forte disturbo bipolare, tratta Paul con un atteggiamento amorevole e materno ma al minimo segno di contrarietà di quest’ultimo la sua follia esplode in una rabbia cieca e incontrollata, che la porta nei momenti peggiori ad amputare un piede e il pollice di una mano allo sfortunato Paul. Le sue torture sono viste nella sua mente come la punizione che una madre impartisce al figlio disobbediente.
Se Paul non muore è solo grazie alle capacità mediche di Annie, che le permettono di intervenire tempestivamente anche dopo aver consumato i suoi atti più cruenti (non vi metto alcuna citazione per non rischiare di disturbare i più sensibili di voi).
Un personaggio erotomane
Alcuni affibbiano a questo personaggio anche una certa dose di erotomania (se non sapete cosa sia ve lo spiego in poche parole: l’erotomania è un disturbo psicologico di natura sessuale e il soggetto che ne soffre è convinto di essere protagonista di una tragica storia d’amore con una persona del tutto ignara.
Spesso le vittime dell’erotomane sono personaggi famosi e tali atteggiamenti portano inevitabilmente il soggetto ad attività di persecuzione della vittima) ed effettivamente ad un certo punto Annie dichiara di amare Paul e di voler uccidere lui e se stessa una volta terminato il romanzo, come a coronare la tragicità della loro storia.
Fra le sue caratteristiche, Annie è anche molto religiosa tanto da sostenere che Paul le sia stato mandato da Dio affinché lei lo salvasse dal pubblicare “Bolidi”, il nuovo romanzo con il quale Paul vorrebbe sancire la separazione definitiva dalla serie di “Misery” e che puntualmente Annie lo costringe a bruciare.
«Annie, quando ho detto che sei pazza…»
«Zitto! Non una parola su quell’argomento. Forse ne discuteremo più tardi. Non che cercherei di cambiare il tuo parere su qualunque cosa tu possa aver scelto di pensare. Non mi ci metterei mai con uno come te, un signor Furbetto che pensa di mestiere. Tutto quel che ho fatto è stato di tirarti fuori dai resti della tua macchina prima che morissi assiderato e steccarti quelle povere gambe fratturate e darti la medicina per non farti sentire troppo dolore e prendermi cura di te e farti abbandonare un brutto libro perché ti dedicassi al libro più bello che tu abbia mai scritto. E se tutto questo per te è da pazzi, portami al manicomio.»
Oh, Annie, se solo qualcuno lo facesse davvero, pensò lui, e prima di trattenersi, gli scappò detto in tono brusco: «E mi hai anche tagliato via un piede del cazzo!»
Un’altra peculiarità della sua personalità è la sua estrema sensibilità alle parolacce, tant’è che al posto degli insulti la vediamo usare parole inventate come “sporca burba” o “caccolicchio”, proprio come fanno i bambini che sanno che dire le parolacce è sbagliato.
Ad ogni modo la straordinarietà di King per quanto riguarda questo romanzo è proprio il suo aver ribaltato i ruoli in un certo senso: è il lettore stesso che diviene in questo romanzo l’antagonista e il killer della situazione, mentre lo scrittore è l’eroe che deve trionfare, la vittima che deve sfuggire al carnefice. Di Annie Wilkes scoprirete altri dettagli e vicende ad un certo punto del romanzo, quando Paul riesce ad accedere al suo diario di ricordi…
PAUL SHAHRAZAD
Perché Paul Shahrazad? Perché il nostro povero scrittore si ritrova ad essere al pari dell’eroina ne “Le mille e una notte”.
Nel romanzo leggiamo più di una volta di questa figura con la quale Paul si sente costantemente in paragone. In effetti dalle sue capacità di scrivere un romanzo che piaccia ad Annie dipende la sua intera sopravvivenza. Particolarmente rilevante è il rapporto con il suo stesso personaggio: Misery Chastain. Paul sente il bisogno di cambiare, di mettere un freno alla serie che ha fatto impazzire metà della popolazione femminile americana, sente il bisogno di staccarsi da Misery e di provare ad essere ricordato per qualcos’altro. Per questo ad un certo punto decide di concludere l’ultimo romanzo della serie con la morte della protagonista. Paul non vuole che Misery diventi tutta la sua vita, peccato che abbia avuto la sfortuna di incontrare Annie Wilkes, la quale prova per Misery un amore talmente folle e grande da comportarsi come se l’eroina di quei romanzi fosse una persona vivente e reale, tanto che molto spesso parla di lei apostrofandola come “la mia Misery”.
Eh no Annie, io non sono una prostituta. C’era Bolidi a dimostrare che non sono una prostituta. E a ben pensarci, è proprio per questo che era necessario far fuori Misery, quella cagna rognosa. Me ne stavo andando sulla Costa occidentale a celebrare il mio riscatto dalla prostituzione. Ma tu mi hai tirato fuori dalla mia macchina dopo l’incidente e mi hai rischiaffato al mio posto. Due dollari per il servizio standard, quattro e ti faccio fare il giro del mondo…
Il fatto che Paul paragoni il suo lavoro di scrittore a quello di una prostituta è un segnale forte e chiaro di quanto sia consapevole che scrivere romanzi solo perché piacciono alla gente e vendono molto, non fa di te un vero scrittore. Il vero scrittore è colui che scrive per amore del racconto, per fare arte in un certo senso, mentre l’autore che scrive solo per vendere e diventare così una macchina da soldi è solo un venduto al pari, appunto, di una prostituta.
MISERY CHASTAIN
Ho apprezzato particolarmente le pagine in cui la vicenda di Paul si interrompe per far toccare con mano il suo romanzo. Qui va un altro punto alla genialità e alle capacità scrittorie di King: la storia ad un certo punto diviene un romanzo nel romanzo. I toni delle pagine in cui Paul scrive “Il ritorno di Misery” sono cupi, riflesso dei terribili momenti di prigionia che lo scrittore sta trascorrendo nel mentre.
Ma chi è il personaggio di Misery?
Misery è una trovatella che dopo aver passato diverse disavventure riesce a sposarsi con un gentiluomo di nome Ian e a risollevare la propria condizione. Il romanzo è ambientato nell’800 e nei momenti di dialogo con Annie sappiamo che Paul ha trascorso molto tempo a fare ricerche storiche accurate, tanto per ricordarci che per scrivere un buon romanzo è innanzitutto necessaria un’ottima documentazione preliminare, sia esso di genere storico realistico o fittizio.
“Così fu colto del tutto alla sprovvista quando con la voce tremante di paura, Colter bisbigliò: <Sento grattare, signore! E’ come se fosse ancora viva là sotto e cercasse di scavarsi con le mani la via per tornare nel mondo dei vivi, credetemi!>”
Se volete far resuscitare uno dei vostri personaggi, trovate un pretesto per tirarli fuori dalla tomba al momento giusto.
Bene, carissimi lettori, la mia recensione termina qui. Grazie per averla letta fino in fondo, spero tanto che vi abbia incuriositi.
Alla prossima!
Selene.

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